Adottare un cane mi ha incredibilmente cambiato la vita
Il 13 Dicembre 2020 il mio cuore si è fermato.
Era domenica e, mentre stavamo passeggiando, la mia inseparabile cagnolina Tina all’improvviso si è accasciata a terra, in preda a delle simili crisi epilettiche.
Per giorni abbiamo fatto il giro di veterinari e cliniche senza riuscire a trovare una soluzione, dovuta anche e soprattutto alla sua età… se ne è andata dopo una settimana esatta e il mondo mi è crollato addosso.
Scrivo con un nodo alla gola che ancora m’impedisce di parlarne … mai e poi mai avrei pensato, dopo poco più di un mese, di essere pronta ad adottare un altro cane.
Faccio una premessa per chi non mi conoscesse bene: Tina per me non era solo un adorabile salsicciotto a quattro zampe.
Era tutta la mia famiglia, l’unica sempre al mio fianco durante quattordici anni e mezzo movimentatissimi.
Io e lei vivevamo in simbiosi.
Seppur consapevole del suo inesorabile invecchiamento, non ero di certo preparata a perdere la mia fedele amica in coda ad un anno terribile.
Adottare un altro cane: una decisione difficile
Le settimane dopo la scomparsa di Tina sono state per me durissime.
Pandemia in pieno corso e, come se non bastasse, il Natale, un vero campione nell’amplificare le assenze (dicembre è per me, purtroppo, un mese con diversi brutti anniversari).
Mi sforzavo di sorridere e cercavo di rassicurare tutti: ce l’avrei fatta anche questa volta, continuavo a ripetere.
Come spesso accade fingevo di essere abbastanza forte, anche se le mie giornate erano un susseguirsi di ricordi strazianti.
Chi come me ha perso un amico a quattro zampe sa cosa vuol dire sentire la loro presenza ovunque, vederli dappertutto e non rassegnarsi al loro non esserci più.
Senza nemmeno sapere perché, un giorno ho però improvvisamente deciso di trasformare il mio dolore in qualcosa che avesse un senso. Mi correggo, credo di sapere il motivo della mia decisione: sicuramente Tina ci ha messo lo zampino 😉
Ho iniziato a seguire su Facebook più canili e associazioni che aiutano gli animali che potevo.
E mi si è aperto un mondo: persone speciali che si danno da fare per salvare esserini sfortunati, volontari che si battono per i loro diritti… tutto il mio smarrimento iniziava a prendere una direzione diversa.
Volevo fare qualcosa anche io, rendermi utile in qualche modo.
Durante le feste eravamo tutti in zona rossa e il canile del mio comune era chiuso per lavori. Con l’anno nuovo però, mi ero promessa di andare a portare coperte e cibo al rifugio più vicino.
Così, una fredda mattina di Gennaio, mi sono fatta coraggio e ho chiamato per prendere un appuntamento per fare una donazione, non escludendo di voler adottare un cane.
Ero determinata e allo stesso tempo agitata.
Mi sembrava fosse passato troppo poco tempo e in me regnava la più completa confusione.
Come il destino ha deciso per me, per noi
Arrivato il giorno in cui sarei dovuta andare in canile, la mattina stessa ricevo una telefonata in cui mi viene comunicato che purtroppo non si poteva fare nulla per motivi organizzativi.
Inoltre, causa Covid, bisognava rimandare alla settimana dopo.
Un po’ delusa, ho comunque preso appuntamento per la settimana seguente, non smettendo mai d’informarmi via social sui vari cani bisognosi d’aiuto nella mia zona.
È stato il destino, ne sono sicura, a farmi comparire il post di una pagina che nemmeno seguivo: tre cagnolini di 5, 6 e 7 anni che, da più di un anno, vivevano nel giardino della loro ex casa abbandonati a loro stessi.
Tutti e tre, due femminucce e un maschietto, se non fossero stati adottati a breve sarebbero finiti in canile perché la casa era stata venduta.
Ho subito avuto un colpo di fulmine per il maschietto e non ci ho pensato un secondo a scrivere, nonostante fosse sera inoltrata, alla volontaria.
Benvenuto Alberto/Arty
A malincuore ho disdetto l’appuntamento in canile e il 23 gennaio, super emozionata, sono andata a prendere il cagnolino che avevo visto nel post.
Con Alberto, un monellissimo meticcio bianco e marrone che per uno scherzo del destino si chiamava esattamente come il mio ragazzo, è stato subito amore.
Devo fare due menzioni speciali alla volontaria che mi ha aiutata – e sopportata – durante i primi giorni e alla mia dolcissima e pazientissima veterinaria.
Purtroppo gli ex proprietari non sono stati molto limpidi nel descrivere la salute del cane: il percorso non è ancora chiarissimo ma stiamo migliorando e io farò, ovviamente, di tutto per farlo stare bene.
Adottare un cane di qualche anno d’età è una grande responsabilità che sono contenta di essermi presa. È un’esperienza tosta che però fin qui mi ha dato tantissimo.
Dico sempre che non sono stata solo io a salvare Alberto – che io ho chiamato Arty -, perché la verità è che anche lui ha salvato me.
Il suo arrivo nella mia vita mi ha senza dubbio aiutata a superare la perdita di Tina, senza però aver mai avuto la pretesa di sostituirla.
Nonostante siano passati pochi mesi io e Arty siamo già unitissimi e piano piano impariamo a capirci, a rispettarci. Giochiamo tantissimo, ci riempiamo di coccole e andiamo matti per le nostre lunghe passeggiate insieme.
Non potrei essere più orgogliosa di lui, in così poco tempo si è adattato perfettamente ad una nuova vita e alle mie regole (sì, certo, anche alle nanne sotto le coperte del divano, ma questa è un’altra storia :D).
Prendermi cura di lui mi regala quotidiani sorrisi e la meravigliosa consapevolezza che, dopo tanto dolore, qualcosa di buono arriva sempre.