Come vivremo insieme?
Mai tema fu più azzeccato, anche se venne scelto pochi mesi prima della pandemia.
Incredibile! ho pensato appena ho letto di questa coincidenza quasi profetica.
Ai 112 partecipanti alla 17esima Biennale Architettura di Venezia è stato infatti chiesto di indicare e proporre futuri modi alternativi di vivere insieme.
L’architettura per un mondo migliore, come soluzione per l’instabilità politica, la crisi climatica e le diseguaglianze razziali, sociali ed economiche che tormentano il nostro Pianeta.

È stata un’esperienza davvero emozionante. Per due giorni mi sono lasciata ispirare ed affascinare dalla miriade di installazioni disseminate tra le consuete due sedi – I Giardini e l’Arsenale.
Oltretutto, l’edizione di quest’anno aveva per me un significato ancora più importante. Dopo il sofferto stop dell’anno scorso causa pandemia, la riapertura della Biennale a Venezia ha segnato infatti la ripresa della quasi normalità. E tornarci è stata una gran bella sensazione.
Come per la Biennale d’Arte di due anni fa, vi lascio le mie personalissime impressioni e vi consiglio ciò che, secondo me, merita di essere visitato. Ci tengo però a sottolineare quanto ogni padiglione meriti assolutamente di essere visto e ammirato.
Indice dei contenuti
Il padiglione Spagna |
Il padiglione Danimarca |
Il padiglione Gran Bretagna |
Il padiglione Egitto |
Il padiglione Austria |
Cosa vedere alla Biennale Architettura: il padiglione della Spagna
Appena entrati si viene letteralmente travolti da oltre 400 portfoli e curriculum vitae che – aspetto che mi ha molto colpito e fatto riflettere – sono stati realmente inviati ai curatori. Dal soffitto a terra riempiono la stanza centrale con un effetto più che scenografico.
L’obiettivo è elogiare l’incertezza – intesa come libertà di agire in modi inaspettati – che durante il processo creativo può creare opportunità dissolvendo ogni limite di progettazione e visione. Un inno alla creatività e alla collaborazione tra diversi progetti che hanno davvero lasciato il segno.


Il padiglione della Danimarca
Da non perdere Con-nect-ed-ness, un’esperienza sensoriale che c’invita a riflettere su come l’acqua sia un elemento fondamentale per ogni forma di vita.
L’acqua non ha confini: trasporta il tempo e ci connette gli uni con gli altri senza differenze.
Nel padiglione è esposto un complesso sistema di riciclo dell’acqua piovana di Venezia, grazie al quale sono state coltivate alcune erbe officinali.
Piacevolissima l’idea delle tisane – ricavate proprio dalla coltivazione – offerte ai visitatori.



Il padiglione della Gran Bretagna
Un pub, un tipico giardino privato londinese e un circolo.
All’interno di The Garden of Privatised Delight, alcuni tipici luoghi della società britannica vengono reinterpretati per stimolare la riflessione sulla privatizzazione delle aree pubbliche.
I curatori hanno cercato di porre l’accento sul ruolo dell’architettura nello sviluppo del territorio urbano, con un chiaro riferimento alla necessità di migliorare l’utilizzo dello spazio pubblico.


Il padiglione dell’Egitto
Spettacolare nella sua semplicità.
I protagonisti qui sono gli “ultimi”, le persone umili.
Un elogio a chi svolge lavori comuni e che non per questo è da considerarsi poco importante per la comunità locale, anzi.


Cosa vedere alla Biennale Architettura: il padiglione dell’Austria
I curatori austriaci hanno trasformato il padiglione stesso in una piattaforma.
Video, dibattiti e testi per interrogarsi tutti insieme – visitatori compresi – sul ruolo che le piattaforme digitali hanno ormai assunto nell’interazione sociale ed economica contemporanea.


Meritano di essere citati anche il padiglione Italia (dedicato alle comunità resilienti) e il padiglione degli Emirati Arabi Uniti. Quest’ultimo ha vinto il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale grazie ad una installazione ispirata all’ecosistema di saline naturali sabkhah, indicate come una possibile risorsa rinnovabile per le costruzioni.
Mi è piaciuto molto anche il padiglione Venezia, che profuma di legno e che, attraverso le sue Stazioni, affronta il tema dell’educazione.



Devo ammettere che, da non esperta, consigliare cosa vedere alla Biennale Architettura è davvero difficile: il mio suggerimento è quello di provare ad interpretare le esposizioni in modo personale, lasciandosi ispirare.
Solo in un secondo momento io ho cercato di approfondire leggendo le spiegazioni presenti all’interno degli spazi e nel sito ufficiale della Biennale.
Ogni padiglione offre uno spunto di riflessione a sé, e tutti sono in ugual misura interessanti.
Buona Biennale a tutti!
Per maggiori info