
Non vedi l’ora di scendere.
Perché una città che fa fatica a svelarsi, in questa lenta danza con l’Oceano, non può che rendere la tua risaputa curiosità ancora più impaziente.
Quando il mio aereo, dopo numerose acrobazie causa troppo vento, riesce finalmente ad atterrare a Lisbona, sono tra le prime a precipitarmi giù dalla scaletta.
Ad aspettarmi paziente agli arrivi, la mia amica Giorgia con un deficientissimo cartello da manuale (peccato non averlo immortalato). Pronte per un’altra esilarante avventura.
Giorgia vive in Italia ed io a Londra, ma di tanto in tanto ci piace incontrarci al gate di qualche aeroporto ed esplorare nuovi posti insieme.
Quest’anno, abbiamo deciso di visitare il Sud del Portogallo passando per Siviglia, che non siamo riuscite ad includere nel viaggio in Spagna dell’anno scorso (che trovi qui).

La nostra avventura inizia a Lisbona, una città sgarruppata, colorata, maestosa quanto semplice. Malinconica e soave come la musica del fado, le cui note risuonano ad ogni angolo dei suoi numerosi vicoletti.
Ci siamo volutamente perse nel dedalo di stradine che ad ogni angolo ti svelano un panorama diverso. Una piazzetta, uno scorcio completamente nuovo rispetto a quello precedente.
Il tutto colorato qua e là da meravigliosi azulejos disseminati pressoché ovunque, anche dove non te lo aspetti.



Iniziamo la giornata visitando la Torre di Belém e l’imponente Monastero dei Jerónimos, entrambi patrimonio dell’Unesco.
Ci dirigiamo poi verso Praça do Comércio, la più importante piazza cittadina, sul cui Arco da Victória svettano le statue di portoghesi illustri, tra i quali l’esploratore Vasco da Gama.
Passeggiando per rua Augusta arriviamo poi al Castello Sao Jorge, che si trova sulla collina più alta della città che da lassù si svela in tutta la sua bellezza.

L’indomani, decidiamo di intraprendere un piccolo viaggio nel viaggio cercando di accaparrarci un posto a sedere sul mitico tram 28, che attraversa i punti più belli di Lisbona.
La coda per salire é stata pressoché infinita, ma ne é davvero valsa la pena. Io poi sono riuscita a sedermi vicino al finestrino, da dove ho potuto ammirare la quotidianità di una città lenta ma vivacissima.
Dopo qualche giorno a Lisbona, eccoci di nuovo con le valigie in mano. Direzione Sagres, all’estremo Sud-ovest del Portogallo.
Prima di ripartire, un giorno abbiamo noleggiato le biciclette per raggiungere quello che per me rimane uno tra i luoghi più spettacolari che i miei occhi abbiamo mai visto.
Il Cabo de São Vicente – l’estremo punto sud occidentale dell’Europa – é un posto che non riesci a descrivere a parole.
Lo puoi solo vivere.
Respirare.
Le onde enormi che s’infrangono sulle maestose rocce a picco sul mare, il solo rumore del vento e il sole che al tramonto si fonde con l’Oceano… credo di capire perché questo posto é soprannominato “fine del mondo”.

Dopo la poesia di Sagres, cambiamo un po’ registro e ci dirigiamo a Lagos, una vivace località turistica che vanta alcune delle spiagge più conosciute dell’Algarve.

Il nostro ostello é in centro quindi appena arrivate ci dedichiamo ad una passeggiata per le vie principali, prima di raggiungere per cena il ristorante suggeritoci dalla receptionist, Casinha do Petisco. Super consigliato!
L’indomani andiamo alla scoperta delle spiagge di Dona Ana, Do Camilo e Do Pinhão: una più bella dell’altra!



Ci concediamo anche un giro delle grotte in barca.
Merita una menzione speciale il nostro marinaio, che parlava un esilarante Portoghese-English mixato qua e là con un pó di spagnolo.
S’inventava nomi di personaggi a cui, a suo parere, le rocce assomigliavano. Guai a contraddirlo perché s’offendeva… semplicemente un mito! 😀


Giunte quasi al termine della nostra avventura, ci dirigiamo verso la bellissima e caldissima Siviglia.
L’afa qui é soffocante, ma trovarsi sotto la Torre del Oro al tramonto rende assolutamente sopportabili i 40 gradi.
Passeggiamo per il centro ammirando la Cattedrale – una delle più grandi al mondo – al cui interno si trova la tomba di Cristoforo Colombo.
Ci addentriamo poi nel labirinto di pittoresche stradine e piazzette alberate del Barrio de Santa Cruz, immergendoci completamente nella meravigliosa atmosfera di festa e allegria che aleggia ad ogni angolo.

Il giorno dopo saluto Giorgia che ha un volo in partenza per l’Italia in mattinata. Visto che il mio aereo per Londra partirà invece di sera, decido di impegnare le prossime ore alla scoperta di Siviglia.
Esplorare da sola un luogo sconosciuto mi mette sempre un’adrenalina indescrivibile. Sembro una bambina la mattina di Natale: occhi a cuore e terribile indecisione su quale regalo scartare per primo.
Con questa stupenda sensazione addosso mi dirigo verso Triana, quartiere popolare famoso per aver dato i natali a famosi ballerini di flamenco e toreri.



M’imbatto in Plaza del Toro, la più antica corrida di Spagna, per poi proseguire per Parque de Maria Luisa che conta qualcosa come 3500 alberi.
Arrivo alla meravigliosa Plaza de España, che sta ospitando un incontro letterario gratuito. Qui, circondata da meravigliose fontane e ceramiche colorate, ripercorro con la mente tutte le tappe del nostro viaggio.
E non riesco a smettere di sorridere, of course.

