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Tornare a vivere in Italia: riflessioni da shock culturale inverso

TLondon telephone box The Frilly Diaries

Mi piacerebbe poter abbracciare tutti quelli che, come me, hanno trovato il coraggio di tornare a vivere in Italia dopo aver abitato per anni all’estero.

No, non sono diventata pazza.

È che conosco molto bene quel mix d’emozioni contrastanti che s’impadroniscono di te mentre cerchi di riadattarti a ritmi e abitudini non più tue.

La letteratura specializzata lo chiama shock culturale inverso. Che tradotto è quel disorientamento che si prova ritornando alla quotidianità del proprio Paese d’origine. Quel sentirsi diverso e cambiato.

È un po’ come dover ricostruire tutto da capo, pezzettino dopo pezzettino.

Una doppia fatica per noi “emigrati al contrario“: in passato abbiamo avuto le palle per mollare tutto e tutti ricreandoci una vita altrove.

Abbiamo cercato casa e lavoro in una terra straniera che un po’ alla volta ci ha saputo accogliere e ora… fatichiamo per sentirci di nuovo a casa nel nostro Paese.

Siamo molto coraggiosi, noi emigrati al contrario: abbiamo lasciato la nostra amata Italia alla ricerca di una vita migliore e un giorno, chi per un motivo e chi per un altro, abbiamo deciso di rientrarci.

Scelta ancora più coraggiosa.
Ecco perchè abbiamo bisogno di un grande abbraccio.

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Dopo quasi cinque anni di vita londinese, un po’ di tempo fa ho deciso di tornare a vivere in Italia.

E mi sono resa conto solo da poco di averlo provato sulla mia pelle, questo maledetto shock culturale inverso.

I primi mesi, dopo essere rientrata, mi sono sentita spesso spaesata, stordita da una routine tanto diversa da quella a cui ero abituata. E Londra mi mancava in modo straziante.

Solo ora ho capito che devo ritenermi fortunata: è bellissimo appartenere a due culture opposte, poter prendere il bello da entrambe e potersi confrontare continuamente.

Di come mi sentivo nella mia quotidianità britannica ne ho parlato anni fa in questo post https://thefrillydiaries.com/2015/07/28/brita-girl/.

Di come ci si sente dopo aver deciso di tornare a vivere in Italia proverò a parlarne qui di seguito e, credetemi, non sarà per nulla semplice.

The-Frilly-Diaries- Cabina-telefonica-rossa-Londra-red-telephone-box-London



La velocità

All’inizio a Londra mi sentivo come ubriaca: troppe emozioni, novità e cose da imparare.

Ricordo che la sera spesso mi chiudevo in camera al buio e cercavo di respirare, di riposare la testa che mi sembrava scoppiare.
Con il passare del tempo mi sono poi adeguata ai ritmi allucinanti di una metropoli che piano piano è entrata a far parte di me.

Risultato? Quando sono tornata in Italia mi sono sentita un’aliena.
Sarà che vivo in una città, Venezia, lenta di natura, ma ancora adesso faccio una fatica tremenda a riadattarmi alle lungaggini della burocrazia, dei mezzi pubblici e in generale alla quotidianità del mio Paese.

Qui tutto è lento, macchinoso e incasinato.
Nel senso che c’incasiniamo la vita da soli.
Il perché non l’ho ancora capito.

The-Frilly-Diaries- Piccadilly-Circus-Londra-night

Flatsharing

Uno degli aspetti negativi del vivere in una grande città è sicuramente il costo eccessivo delle case: rabbrividisco al solo pensiero di quanto io abbia speso in questi anni in affitti vari.

A Londra è praticamente impossibile potersi permettere un appartamento tutto per sè e l’unica soluzione è il flatsharing, ossia la condivisione della casa con altre persone.

Non proprio un paradiso considerando età, nazionalità e abitudini diverse dei tuoi coinquilini…

Ovviamente oltre alle mille incomprensioni mi rimangono molti ricordi bellissimi di quest’esperienza nell’esperienza ma… evviva la mia casetta italiana tutta per me!

You can do it

Noi italiani abbiamo tutto: un Paese stupendo, il cibo migliore al mondo, una sanità che nonostante tutto funziona, eppure… non facciamo altro che lamentarci.


Da quando sono tornata a vivere in Italia, vengo quotidianamente investita da un’insopportabile clima disfattista.

A Londra invece mi sentivo imbattibile, convinta che tutto fosse possibile, se solo io lo avessi desiderato con tutte le mie forze.

Non solo pensiero positivo, ma una sana forza di volontà che mi hanno trasmesso gli inglesi e che sto cercando, non senza difficoltà, di mantenere anche qui nel mio lamentoso Paese.

The-Frilly-Diaries-London-Buses-Oxford Street

La grande bellezza

Quando si è all’estero ci si rende veramente conto di quanto meraviglioso sia il nostro Paese.


Amo Londra alla follia ma nulla sarà mai paragonabile alla mia Venezia, a Napoli, alla Sicilia e potrei andare avanti all’infinito elencando ogni piccolo borgo italiano.

Standole lontano ho imparato che come l’Italia non ce ne è…
Per nessuno.

La mia passione per i viaggi rimane (e il bisogno di prenotare un volo per Londra almeno due volte l’anno pure), solo che adesso non disdegno mete nazionali fino ad ora non considerate abbastanza, e che finalmente apprezzo nella giusta misura. 

Il tempo

Un mito da sfatare: a Londra non piove sempre.

Certo, il cielo spesso è grigio e qualche gocciolina viene giù quasi ogni giorno, ma dura pochissimo e tutt’intorno c’è talmente tanto colore che dopo un po’ io non ci facevo più caso.

Anzi, quando a Natale tornavo nella mia umida Venezia pativo molto di più il freddo.

Per non parlare del caldo infernale che mi ha accolta la prima estate del mio rientro in Italia. Soffrendo di pressione bassa e dovendo stiparmi ogni mattina su mezzi pubblici stracolmi e perennemente in ritardo, ho seriamente temuto di lasciarci le penne.
Con il passare dei mesi il mio corpo si sta riabituando al clima veneziano, ma ogni mattina non dimentico di controllare il tempo londinese sul mio cellulare (che ho lasciato in lingua inglese) – care vecchie abitudini British 😀

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In conclusione, non posso che consigliare a tutti un’esperienza all’estero come quella che ho avuto la fortuna di vivere io, e sono grata di ogni difficoltà e di ogni gioia che ho provato durante la mia vita londinese.

Tornare in Italia è stata una scelta tanto difficile quanto necessaria e, nonostante il loro essere una l’opposto dell’altra, la mia personalità inglese e quella italiana convivono armoniosamente tra loro, in un perfetto quanto incasinatissimo Brit – Ita mix.

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